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“LA VOCE” DELLA SPERANZA

30 Mar

Amici,

non ho mai pubblicato lettere su questo blog, oggi farò un’eccezione. Voglio dare voce ad una storia, una storia di dolore. Una storia legata ai propri sogni frantumati ed una speranza mai vinta di poter ricominciare. Faccio appello alla vostra sensibilità nel poter dare una mano al protagonista di questa incredibile avventura. A seguire la sua lettera aperta.

 

IL MIO MONDO POSSIBILE…

Giunti a questo punto credo che siano necessari alcuni chiarimenti per quanto mi è possibile a tutti coloro che mossi dall’affetto o dalla semplice curiosità mi fermano per strada per chiedermi: “ come va?… cos’è successo esattamente?… cosa sta succedendo?…” e a tutti quegli amici, conoscenti, e affezionati avventori della “La voce della luna”.Ma anche per chi non mi conosce affatto. Nella speranza di poter soddisfare ogni dubbio, perplessità e qual sivoglia malignità.

Il mio nome è Marcello Di Finizio sono nato a Napoli ma triestino d’adozione dal 1973 e sono un piccolo imprenditore dell’intrattenimento e dello svago, tra il1991 e il 2008 ho ideato e realizzato due localiAmerican bar di successo diventati due cult del divertimento cittadino, il primo “Round midnight” un jazz club che dal 2000 non gestisco più ma che negli anni 90 ricevette diversi riconoscimenti da riviste dimoda e costume italiane ed europee, entrando a farparte nel 93 nella rosa dei 10 locali più affascinanti d’Europa, per aver aperto la strada a un nuovo concetto di fare bar… . Bisogna anche considerare che in quel periodo a Trieste il popolo della notte (e anch’io ne facevo parte) era piuttosto insofferente perchè doveva accontentarsi di qualche gradevole bar che non regalavadi certo grandi emozioni, e tantissimi pub tutti uguali,sembravano fatti con lo stampino… e all’epoca sorgevanoveramente come funghi, si potrebbe dire che larealizzazione del “Round midnight” fu per me quasiuna necessità che superò di gran lunga ogni mia previsione di successo, non avrei mai immaginato cheavrebbe raggiunto una notorietà tale da varcare i confini italiani.

Si era aperta una nuova via che in seguito fu percorsa da molti, creando a volte dei veri e propri cloni,in altri casi riadattata ed esportata. Era nato il primo locale “concettuale” ideato e realizzato come se fosseun’opera d’arte, all’interno del quale la gente era una parte integrante e fondamentale del “quadro stesso”che mutava di giorno in giorno, di minuto in minuto.

Impregnato di una atmosfera suggestiva data da un’ambientazione estremamente curata e caratterizzata,come se fosse un set cinematografico, così densa da dare l’ impressione a tutti coloro che varcavano l’ingresso, diessere proiettati di colpo dentro un film, in una dimensione quasi senza spazio e senza tempo, dovechiunque poteva essere attore e protagonista, per abbandonarsi liberi e grondanti di emozioni sotto unapioggia di note blu. A chi mi chiedeva cosa fosse esattamente il “Round midnight” io rispondevo sempre che era un’ora… un momento non ben identificato attorno alla mezza notte, nel quale avvenivano delle vere e proprie magie, qualcosa accadeva… si, tra quellelame di luce che fendevano il fumo delle troppe sigarette qualcosa succedeva sempre… al di la di qualsiasi miavolontà.

Io li definivo i cortocircuiti creativi, erano attispontanei di pura e semplice arte che la vita ci regalava e a cui noi assistevamo increduli… a bocca aperta. (Round midnight è stato per me un grande onore, una meravigliosa avventura che porterò sempre nel mio cuore insieme a tutti coloro che come me hanno avutola fortuna di viverlo).

Frequentato e visitato da pittori,attori, ballerini, scrittori, poeti, scienziati, cantanti eartisti di ogni genere, perlopiù sconosciuti, anche se tra questi non mancavano di certo nomi eccellenti del jet se internazionale (ebbi la fortuna di conoscere persinoMarcello Mastroianni, Gassman, Salvatores, Raul Bova,i Pink Floyd,Vinicio Capossela, Claudio Bisio, Silvio Orlando… e tanti altri) che su quel terreno, sembravano perfettamente a loro agio… familiare, non facevano nessuna fatica ad ambientarsi e mescolarsi a quel popolo un po “particolare”… . Capitava anche che qualcuno di loro si spingesse fin li con il proprio aereo privato mossidalla curiosità di vedere questo strano posto di cuiavevano solamente sentito parlare, e succedeva che mi ringraziassero per i piacevoli momenti vissuti, sottolineando che avevano trovato l’atmosfera esattamente come gli era stata raccontata, e sisdebitavano a modo loro portandomi a fare delle escursioni aeree proprio sopra la città, (strano modo di sdebitarsi… io sono terrorizzato dagli aerei!) si… anchequesto capitava.

E c’era anche il miracolo dei qualunque… e già! Gente comune con nessunavocazione artistica apparente, ma che ad un certopunto… bang!!… cortocircuito… magia! Quella scintillacreativa aveva colpito ancora… quell’incredibile scintilla che sapeva tenere unita tutta quella gente così diversa,aveva fatto ancora centro.

In quel mondo “surreale” il mio ruolo era quello di costruire le colonne sonore, non so spiegare come poteva accadere, quella volta mi sembrava tutto così naturale mi stupivo che la gente si stupisse (oggi so che stava succedendo qualcosa di veramente speciale…) mi pareva di poter avvertire la musica che le personeavevano dentro, non serviva neppure che parlassero…bastava solo uno sguardo per percepirla, se la portavanoaddosso come un mantello, come una polvere sottile, a volte gliela riproponevo inaspettatamente, da dietro le quinte li vedevo trasalire “…cocosa sta succedendo?…”parevano chiedersi.

Era veramente divertente vederli sognare in quel modo, cosi forte che i loro sognisembravano galleggiare nell’aria, e appendersi alle pareti, contagiando tutto l’ambiente circostante cosi cheanche gli altri avventori inconsapevolmente ne subivano gli effetti come per osmosi, producendo quell’incantesimo tanto raccontato. In quel mondo io erosolo il traghettatore… e traghettavo i sogni della gentecon la musica.

Quante cose ci sarebbero ancora da dire, ma queste sonostorie troppo lunghe da raccontare in questa circostanza.

Dal 2000 dirigo con grandi soddisfazioni “La voce dellaluna” un ristorante con discobarannesso, situato sullungo mare di Barcola davanti al golfo di Trieste e incastonato tra gli scogli come una gemma, un posto dalfascino indiscusso e indubbiamente accentuato dal paesaggio suggestivo della location, tanto da disarmare elasciare senza fiato qualsiasi visitatore. Un posto che pertroppi anni era vissuto nell’oblio e nel degrado, (chissà perchè?..) e che pareva rivendicare a gran voce la sua soffocata nobiltà, un grido di aiuto che non si poteva ignorare da cui non ci si poteva sottrarre dal renderglisemplicemente giustizia.

Anche di questo locale l’interno era estremamente caratterizzato… sembrava unpiccolo circo, con delle ampie vetrate incorniciate da drappeggi e tendaggi che si aprivano come un palcoscenico davanti allo spettacolo della naturacircostante. E la sera poi… la magia continuava in un carosello di immagini proiettate su diversi schermi strategicamente collocati, affascinanti e inedite fotografie scorrevano raccontando storie… storie di ognigenere.. storie di popoli, in un connubio perfetto dimusica, odori e sapori dal mondo, in un rinnovarsicontinuo di idee tutti i giorni, mai uguale, in una ricerca continua.

Ma si poteva anche starsene semplicemente seduti o sdraiati a guardare il mare, gli spettacolaritramonti, la notte… la notte che come la neve copre tutto… e ti lascia immaginare. Sono un appassionato di cucina (due riconoscimenti dalgambero rosso 2007/2008) e di vini, esperto di americanbar (progettati e ideati dal sottoscritto) ex DJgrande collezionista di dischi e degustatore di musica in ogni sua espressione, con una particolare attenzioneper il Jazz, amante appassionato e infedele di ogni formad’arte.

Qualcuno dice che sono un bravo imprenditore, altri dicono che sono un artista, altri ancora dicono che sonocompletamente pazzo, e questi ultimi forse sono quelli più vicini alla verità, ma posso rassicurarli che stofacendo tutti i giorni esercizi di “normalità”, anche se la cosa mi risulta abbastanza difficile data la totalemancanza di modelli di riferimento… forse sarebbe più corretto dire semplicemente che sono un sognatorconcreto.Questo locale era stato voluto, desiderato e pensato come un piccolo monumento alla bellezza, a quellabellezza di cui egli era ed è circondato, un monumento ai sogni, a tutti i sogni… Un omaggio ad un grandemaestro di questa arte che così bene ha saputorappresentarci, Federico Fellini.

Qualcuno ha pensato di distruggerlo, questo qualcuno ha pensato di farlo premeditatamente lasciando un biglietto

con su scritto:”…brucerò il tuo locale con tutti i suoi optional…”. Ci dispiace che questo qualcuno non abbiacolto lo spirito, la passione e il sacrificio con cui è stato raccolto tutto il materiale che conteneva questo posto (Ilsacrificio di una intera vita), optional per sognare, per immaginare, il bello a disposizione di tutti affinché tuttipotessero goderne. Forse questo qualcuno non era ingrado di sognare, o forse a questo qualcuno… qualcuno ha portato via i suoi sogni e anche di questo siamo veramente dispiaciuti per lui o per loro (uso il noi perchépenso di poter parlare anche a nome dei miei dipendenti,brava gente che ora è senza lavoro…), probabilmentenessuno ha mai spiegato loro che i sogni sono veramenteduri a morire e per essi bisogna lottare, combattere…No! Non bisognerebbe permettere mai a nessuno diportar via i nostri sogni!Io non so francamente seriuscirò a ricostruire questo posto così affascinante,curioso, pieno di magia e tanto amato ma so che lotteròancora fino al mio ultimo respiro e ancora sognerò più forte che potrò per raccontarvi ancora una storia, una storia per vedere i vostri sguardi perdersi per poi ritrovarsi in un mondo ancora tutto da inventare ancoratutto da scoprire… . Ma la cosa migliore che mi possoaugurare e augurarvi è di poter morire sul campo dibattaglia con la spada sguainata e ancora una voltastupirsi, stupirsi di esser vivi.

E questo in buona sostanza è l’epilogo di un gesto scellerato di qualcuno la cui vita non è stata moltogenerosa, un gesto folle, e non è difficile supporlo…. di persone dalla stabilità mentale precaria e distruttiva,, ilgran finale a mio giudizio di quello che probabilmentedoveva essere il loro gioco dell’estate… .

Una vicenda cosi allucinante da avere la sensazione di essere staticatapultati di colpo in un film dell’horror, di cui lo scrivente è l’attore protagonista suo malgrado, nonché superstite, una storia così assurda da farmi sperareogni giorno che sia solamente un brutto incubo e che qualcuno al più presto possa venire a svegliarmi… Unadi quelle storie che si pensa e ci si augura che non possano mai accadere proprio a noi… . Ma che alla finehanno ridotto un posto meraviglioso in un cumulo di macerie cancellando quasi venti anni di lavoro e di ricordi… .Da quel rogo non si è salvato niente tranne me, che quella notte decisi di presidiare personalmente il localein seguito alla minaccia preannunciata, rimasi a vegliarlo fino alle prime luci del giorno e anche un po’dopo… ma alla fine la stanchezza prevalse e rassicurato anche dall’avanzare del giorno mi addormentai tra i tavoli dando cosi l’occasione ai malviventi che erano certamente li appostati di approfittarne, agironorepentinamente e quasi sicuramente con l’intenzione didar fuoco a tutto… me compreso. Solo il caso ha volutoche mi svegliassi, forse disturbato dal fumo, riuscendo amalapena a lanciarmi all’esterno e cosi salvarmi la vita.

Ringrazio di cuore il Sindaco della città di Trieste per il gesto istintivo ed emotivo di proporre unacolletta, sono sicuro che molta gente a me vicina avrebbe e ha appoggiato questa cosa e ringraziotanto anche loro. Ma onde a evitare ulteriori polemiche e leggende attorno a questa vicenda per mesufficientemente dolorosa, non me la sono sentita diportare avanti ancora questa iniziativa, che peraltro immagino non fosse rivolta soltanto a me ma anche neiconfronti dei miei dipendenti.

Questo ci commuove e ci fa sperare in un aiuto concreto e istituzionale come d’altronde succedesempre in tutte le società civili, quando uno o più membri vengono colpiti da disgrazie tipo:alluvioni, terremoti, catastrofi imponderabili e disastri naturali di ogni genere, comprese le vittime del racket.

Come è giusto e normale che sia in questa nostra società.

Credo che una catastrofe di questa portata possa rientrare tranquillamente in questo elenco, inoltre un attoaggravato dalla violenza, una violenza gratuita,ingiustificata e disumana, che ha colpito non solo me e imiei dipendenti… ma una intera collettività che reagisceincredula e si ribella di fronte a gesti così lontani dalnostro normale vivere e che vorremmo che fosserosempre il più lontano possibile da noi e dal normale vivere di qualsiasi essere vivente. È per questo che quando succedono fatti di questo tipo non possiamo stare a guardare indifferenti perché la violenza non è e non potrà mai essere e non vogliamo che sia un fattonormale, per non doverci trovare un giorno nellacondizione imbarazzante di non sapere come spiegarla, come giustificarla a chi verrà dopo di noi.

Certo sarebbe un gran peccato vedere un posto così… cancellato per sempre! Un’ azienda triestina sana sottoogni profilo… e seppure nel suo piccolo crediamo d’aver contribuito anche noi a rendere più affascinantequesta meravigliosa città, una azienda operosa che hasempre creduto nel suo paese e ha sempre econtinuamente investito nel proprio lavoro, e con questafilosofia stavamo crescendo, con umiltà, l’umiltà di chisa che il tempo delle parole e della economia virtuale èfinito e bisogna che tutti incominciassimo a fare… a faremeno parole e più fatti, anche se nel fare a volte si puòsbagliare, ma alla fine qualcosa di buono ne escesempre. Abbiamo creduto profondamente nella capacitàcreativa di noi Italiani e nella nostra identità culturale che nulla ha a che vedere con facili fanatisminazionalistici ma una cultura italiana che desideriamovada esportata e promossa con grande forza al di là diqualsiasi convinzione politica e nel rispetto delle identitàculturali altrui. Scongiurando in questo modo lapossibilità di essere fagocitati da questo enorme blobche si chiama globalizzazione che tutto appiattisce erende tutto uguale dappertutto… peggio della Cina diMao, convincendoci sempre di più che le diversitàculturali rendono questo pianeta più interessante… maquesto è un’ altro argomento.Noi non abbiamo mai ricevuto contributi economici dinessun tipo, ci siamo tirati su le maniche e senza mairisparmiarci abbiamo prodotto lavoro e reddito, senzper questo sentirci degli eroi o dei neofiti ma semplici tasselli produttivi di questa società, figli di questa madrepatria che speriamo non si riveli matrigna. Purtroppo a distanza di sei mesi dal disastro la situazione non è cambiata molto, semmai aggravatadalle lungaggini burocratiche nonostante la buonavolontà del Comune di Trieste… ma rallentati dallaSovraintendenza che non riteneva questa situazione negrave, ne urgente e tanto meno eccezionale, a questopunto ci chiediamo quali potrebbero essere gli eventieccezionali?….

Ma non fa niente ci ritiriamo su le maniche di nuovo,armati di buona volontà che è l’unica cosa che ci resta,cerchiamo di mettere in piedi un chioschetto sullaterrazza in legno antistante alla struttura bruciata, tantoper poter riassorbire qualche dipendente e tamponarel’emorragia di soldi che questi mesi di inattività hannoprodotto, ma anche quegli sforzi sono stati vani,interrotti quasi subito da una violenta mareggiata che…difficile da credere… ha distrutto tutto.

A questo punto prima di rivolgermi da un esorcista, miinformo alla protezione civile se per caso questa sipoteva ritenere una calamità naturale o eventoeccezionale che dir si voglia, mi rispondono cheindubbiamente si! E che di solito la regione stanzia unsacco di soldi per i disastri naturali, ma che vista laconcomitanza di diversi eventi disastrosi che hannoinvestito metà del paese si è deciso di dare la priorità adaltri piuttosto che a Trieste, quindi… non ci sono soldi!…In fine la vicenda giudiziaria ancora aperta dovutall’iter burocratico della giustizia italiana, fa si chel’assicurazione temporeggi il più possibile ilrisarcimento di quel po di denaro che servirebbequantomeno a prendere un respiro (le assicurazioni si saquando si tratta di pagare hanno sempre il braccinocorto… specie di questi tempi) . Questo fa si che inquesto momento la mia situazione economica ègravemente compromessa, tanto da indurmi a ipotizzaredelle scelte dolorose, tra queste potrebbe essere quella diaprire l’ingresso a dei soci con la conseguenzainevitabile di stravolgere completamente una filosofiaaziendale (che poteva piacere e anche non…, ma che dicerto dava degli ottimi risultati), ma anche qui ci sonodei problemi dovuti ad una legge regionale recente,voluta dalla giunta Illy poco prima della fine del suomandato, una legge scellerata e anticostituzionale chi ritratta prepotentemente i vecchi contratti senzarilasciare concessioni superiori ai 6 anni, rimettendoleinderogabilmente in bando di concorso allo scadere deltermine, con le conseguenti incertezze cheingesserebbero in questo modo ogni forma diinvestimento… (come se il vostro padrone di casaritrattasse il contratto di locazione perchè non gli fa piùcomodo e vi mettesse alla porta dopo che voi oltretuttogli avete restaurato completamente tutta la casa), unafollia politica economica in netto contrasto con quelleche sono le normative vigenti sul territorio nazionale, ele intenzioni più che ragionevoli dell’attuale governo diaiutare le imprese, stimolare gli investimenti eincrementare l’industria del turismo. Ma mi pare chequesta legge vada esattamente nel senso opposto, serimane così com’è non stimolerebbe neppure larealizzazione di un chioschetto di banane… in questomodo dissuaderebbe ogni possibile finanziatoredall’intraprendere investimenti importanti di qualunquegenere. L’altra alternativa è quella di cedere tutto e andare via per sempre… Ma posso garantire (forse perqualcuno sarò un romantico ingenuo) che fino a che avròancora un po di forza lotterò! Perchè questo enormesopruso non diventi una sconfitta per tutti… per tuttequelle persone che non intendono vivere ne tollerarepassivamente e con rassegnazione questo e qualsiasialtro atto di violenza! Un monito verso quelle personeche pensano di poter macellare indisturbati i nostrisogni.Questo è il mio paese, questo è il mio mestiere, ed èquello che amo fare.Spesso la gente mi vede come una persona molto forte,coraggiosa e determinata, ma devo confessare che ionon sempre riesco ad essere così impavido e tanto menosicuro di quello che faccio. A dispetto delle apparenze invece… vorrei essere più coraggioso, ma in questomomento ho veramente molta paura per il mio futuro,anche se la mia paura più grande non è quella della povertà e so che sembrerà strano ma neppure dellamorte, quello che mi spaventa di più è di esseredimenticato, e che tutto questo vada perso per sempre. Penso che la vera ricchezza risieda nella capacità didonarsi agli altri con le mani piene di allegria, senzapaura di perdere qualcosa o di essere fraintesi, nellacapacità di riconoscere la bellezza in ogni sua forma,quella bellezza dalle proprietà balsamiche e medicamentose, che trova il suo senso nellacondivisione, capace di produrre una magia cosìpotente da far vibrare l’umanità ad un livello più alto,verso quell’immensa e meravigliosa anima collettiva.

Con affetto

Marcello Di Finizio

marcellojazzset@gmail.com

http://www.lavocedellaluna.com/

 

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4 risposte a ““LA VOCE” DELLA SPERANZA

  1. Eleonora

    31 marzo 2010 at 9:26 PM

    Ciao caro Luigi, grazie mille per lo spazio che hai messo a disposizione di questo caro amico e splendido essere umano. Ti ringrazio anche a nome suo, gli ho segnalato il tuo post e, visto che oggi è al 38° giorno di sciopero della fame, spero che abbia la forza per venire a vedere. Intanto ti mando un forte abbraccio di gratitudine. Eleonora

     
    • Luigi Miano

      1 aprile 2010 at 8:02 AM

      Rispetto molto la storia di questa persona, i sogni calpestati sono il più terribile dei crimini!
      un abbraccio

       
  2. marina

    2 aprile 2010 at 5:30 PM

    la mia bellissima nobile e colta Trieste! quanti di noi si sono lasciati alle spalle i suoi profumi e i suoi colori ? tanti, troppi! la “Patria” parola che, come tutti i miei coetanei ho scolpita nel cuore sin dall’infanzia, ha disatteso le nostre speranze ed ha distrutto i nostri sogni costringendoci ad allontanarci da Trieste. Sin dall ‘ottobre del ormai lontano 1954 ci sono state priorità più importanti che hanno tolto a questa splendida città ,che così intensamente voleva essere ITALIANA, un poco alla volta tutte le sue ricchezze e tutti i sogni dei suoi abitanti. Un lento ma lungo declino l’ha rivestita con gli abiti di una nobile vecchia signora, i giovani se ne sono andati per costruirsi un futuro degno di questo nome, anch’io l’ho fatto e per l’ ennesima volta, proprio oggi ,2 aprile 2010, ho ricevuto la notizia che la figlia di una mia carissima amica si trasferisce in Inghilterra! Cosa dire a questo uomo? forse, con un guizzo di pena e di rabbia nel cuore, che non ne vale la pena! – Il tuo sacrificio non troverà risposta come non l’ha trovata la mia tanto amata città utile solo per le ricorrenze. Sono parole amare le mie, ma credimi Marcello se aiuto avrai non verrà certo dalle istituzioni. La storia della mia terra non è conosciuta ai più, ma sarebbe molto utile raccontarla alle ultime generazioni! Coraggio Marcello…

     
    • Luigi Miano

      7 aprile 2010 at 6:41 PM

      Grazie molte Marina. Un abbraccio

       

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