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W LA LIBERTA’

Ho avuto la grande gioia questo fine settimana di assistere alla visione di un film meraviglioso, per giunta italiano, in una sala cinematografica molto speciale.

Incuriosito?

Andiamo per ordine: il film è w la libertà di Roberto Andò, la sala è L’azzurro Scipioni di Roma (di Silvano Agosti).

Ecco la trama in breve tratta da comingsoon:

Il film racconta del segretario del principale partito d’opposizione, Enrico Oliveri. E’ in crisi e i sondaggi per l’imminente competizione elettorale lo danno perdente. Una notte, dopo l’ennesima contestazione, Oliveri si dilegua, senza lasciare tracce. Negli ambienti istituzionali e del partito fioccano le illazioni, mentre l’eminenza grigia del segretario, Andrea Bottini, e la moglie Anna si arrovellano sul perché della fuga e sulla possibile identità di un eventuale complice. E’ Anna a evocare il fratello gemello del segretario, Giovanni Ernani, un filosofo geniale.

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La trama racconta pochissimo rispetto alla genialità del film.

Il riferimento alla sconquassato Partito Democratico è chiara ed anche la relazione con alcuni dirigenti famosi del partito. E’ difficilissimo di questi tempi parlare di politica in maniera leggera e profonda allo stesso tempo. Fino ad un certo punto il film racconta lo squallore della politica che abbiamo fino ad oggi conosciuto. La scontatezza delle parole, l’ipocrisia, la stanchezza di tutti, il trascinarsi senza alcuna speranza. Fino a quando il segretario (che a me sembra di inquadrare vagamente in Bersani) sparisce perché in preda una profonda depressione. Prende allora il suo posto il gemello ex pazzo internato ed il film prende un’altra piega. Cambia tutto. Finalmente si ascolta e si osserva una politica diversa: leggera, ironica, profonda e che parla al cuore. Una politica che non si nasconde dietro l’ipocrisia e che racconta le cose come stanno. Un leader che ammette gli errori, le catastrofi e si appella alle coscienze anziché alle alleanze.

Ad un certo punto ci si sente travolti da questa ventata di freschezza e di novità. Si sente che il cuore è di nuovo connesso alla politica e che le cose possono finalmente cambiare.

Si esce da cinema pervasi da un senso di ottimismo. E poi si ritorna realisticamente a fare il quadro degli attuali leader che non sono tali. A chi sia oggi capace di avere quella leggerezza, determinazione e trasparenza di Ernani.

E si avverte un senso di desolazione e vuoto assoluto. La mente vaga attraverso le immagini di Grillo che urla come un matto improperi..e gli altri squallidi personaggi avvolti dal grigiore della mancanza di passioni civiche.  

Serve un pazzo per rivoluzionare? serve un personaggio che abbia l’ardire di non riconoscere la realtà presente e ripartire dalla poesia, dalle idee e dal cuore? Se c’è questo pazzo si faccia avanti..

 

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