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IO NON VOGLIO COOPERARE!

IO NON VOGLIO COOPERARE!

Sono anni che offro cooperazione e cerco cooperazione tramite collaborazioni, accordi, iniziative comuni, pubblicità reciproca. Visto che nel mio prossimo corso di Padova “l’Azienda quantistica” (info dettagliate qui http://www.luigimiano.com/due-corsi-super-padova/) parlerò insistentemente di questa tematica ritenendola cruciale per la sopravvivenza di qualsiasi azienda, sto in questi giorni spingendo molto sulle proposte di collaborazione. Lo faccio per me ma anche a titolo di sperimentazione per tastare il polso del mercato e comprendere a che punto ci troviamo come collettività. Posso sinceramente dire che il risultato è molto deludente. Il 90% dei contattati non offre alcuna cooperazione e non è disposto a riceverla. Questo mi lascia sgomento ed a volte amareggiato. Naturalmente questi episodi non mi scoraggiano anzi danno un significato ancora più impegnativo ed urgente alla mia missione. Sicuramente tirando le somme posso scrivere che siamo molto in ritardo, aggiungerei drammaticamente in ritardo.

Venditore solitario

 

 

Veniamo ai perché non si offre cooperazione e non si è disponibili ad iniziare processi di gestione condivisa. Il motivo conduttore che verifico è che c’è molta chiusura. Forse la crisi e la conseguente paura di perdere, forse una mentalità ancora più Darwiniana e competitiva del passato e degli attaccamenti fortissimi (alle conoscenze, alle idee, alla propria organizzazione). Si tende a proteggere ci che si ha e questo diventa l’obiettivo dominante.

Si leggono proposte come la mia invasive e minacciose. Tra l’altro io personalmente molte volte ho mandato clienti da qualcun altro senza avere nessuno scambio apparente (in realtà il ritorno è enorme ma intangibile). Cercando di ragionare nell’ottica del servizio piuttosto che del beneficio personale.

Cerchiamo di ricordare alcuni principi spirituali, esoterici e di equilibrio energetico:

  1. Noi non possediamo nulla sia materialmente che immaterialmente. Le idee sono di tutti, le organizzazioni appartengono alla collettività e ciò che facciamo ci vede strumenti di forze superiori;
  2. uno dei capisaldi per riuscire ad emergere nell’ambito di una crisi profonda e strutturale è creare condivisione. Quando si creano soluzioni condivise quelle soluzioni hanno in sé una forza intuitiva maggiore;
  3. la competitività non funziona e ci ha portato fin qui (in una situazione estrema). La concorrenza e concentrarsi sulla concorrenza è frutto di una mente che ha paura della povertà, e crede che tutto sia limitato e che non ci siano possibilità per ciascuno. Invece le opportunità di abbondanza sono illimitate,
  4. una mentalità al servizio non si pone la questione se ci guadagnerà oppure no. Piuttosto la domanda principale è: cosa ho da offrire oggi al mondo? Quale valore sono disponibile a condividere?;
  5. quando vengo a conoscenza di informazioni importanti ho il dovere di condividere queste informazioni e di metterle a disposizione di chi ne abbia bisogno.

Ora ti chiedo di guardarti dentro e chiederti se stai cooperando, se sei aperto a collaborazioni in vista di una finalità comune oppure se sei chiuso, hai paura e senso del rifiuto..

 

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TUTTO IL RESTO VI SARA’ DATO IN AGGIUNTA

Mt 6, 24-34

«Nessuno può servire a due padroni: o odierà l’uno e amerà l’altro, o preferirà l’uno e disprezzerà l’altro: non potete servire a Dio e a mammóna.
Perciò vi dico: per la vostra vita non affannatevi di quello che mangerete o berrete, e neanche per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita forse non vale più del cibo e il corpo più del vestito?
Guardate gli uccelli del cielo: non seminano, né mietono, né ammassano nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non contate voi forse più di loro? E chi di voi, per quanto si dia da fare, può aggiungere un’ora sola alla sua vita? E perché vi affannate per il vestito?
Osservate come crescono i gigli del campo: non lavorano e non filano.
Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro.
Ora se Dio veste così l’erba del campo, che oggi c’è e domani verrà gettata nel forno, non farà assai più per voi, gente di poca fede? Non affannatevi dunque dicendo: Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo? Di tutte queste cose si preoccupano i pagani; il Padre vostro celeste infatti sa che ne avete bisogno.
Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta. Non affannatevi dunque per il domani, perché il domani avrà già le sue inquietudini. A ciascun giorno basta la sua pena».  

 tutto il resto vi sarà dato in aggiunto

Uno dei messaggi più belli, utili e profondi  dei Vangeli che proprio di questi tempi andrebbe buttato giù a memoria ed inglobato interiormente sentendolo nel cuore.

Gesù Cristo ci suggerisce di evitare le preoccupazioni rispetto alla materia (non puoi servire due padroni). Non perché non sia giusto occuparsi della materia ma perché è automatico che le cose vadano in un certo modo se si ha fede che sia così. Invece noi cadiamo in una spirale di ansia che interrompe questa fede, questo flusso magico e spirituale in cui tutto il necessario ed oltre ci è fornito da Dio Padre.

Mangiare, bere o vestirsi? Sono le cose più importanti a cui possiamo pensare oggi? Significa rimanere sempre ai livelli più bassi della scala dei bisogni ed interrompere un processo di evoluzione spirituale. Se diamo il privilegio a queste ansie come possiamo pensare a questa crescita? Eppure Dio provvede a dar da mangiare agli uccelli e veste i gigli meglio di Salomone senza che essi abbiano il benché minimo livello di preoccupazione. Hai mai visto un giglio preoccupato oppure un uccello che va in ansia? Non è più importante la tua vita che le ansie di non riuscire a mangiare, bere o vestirti? Significa accettare e vivere un flusso magico dell’esistenza e riconoscere che per le cose basilari c’è una forza superiore che se ne occupa per noi (il Padre vostro celeste sa che ne avete bisogno). Ed allora noi siamo principalmente occupati in altre questioni più rilevanti: cercare il regno di Dio che è dentro di noi.

Ossia lavorare su noi stessi attraverso: il ricordo, la presenza, l’osservazione, l’amore e la trasformazione delle emozioni, la preghiera. Ecco qual è il Regno di Dio. Tutto il resto è in aggiunta. E’ naturale se lavori su te stesso/a con amore e ti metti al servizio permettendo che fluisca lo Spirito.

Non vivere per il domani ma per il presente perché il domani ha già i suoi affanni!

 

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LA POVERTA’ E’ UNA MALATTIA

La povertà è un disagio psicologico e spirituale che si riflette sulla materia. Essere poveri significa avere il senso della scarsità, di non potercela fare, di non arrivare a fine mese. Essere poveri significa che quando sto dando mi sento impoverito, che quando qualcuno fa quello che già sto facendo io penso che possa sottrarmi qualcosa. Il senso della carenza c’è sempre a prescindere..ed ho paura costantemente.

Ciò che si riflette nella materia è semplicemente una conseguenza di uno stato interiore. Sono povero fuori perché sono povero dentro.C’è dentro di me una energia bloccata che blocca il fluire dell’energia esterna.

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La guarigione inizia dall’auto-osservazione. Cominciare a comprendere i miei pensieri, le mie convinzioni, le idee fisse sulla ricchezza. Osservare i miei comportamenti in merito al denaro, ai pagamenti, all’etica del denaro. Il contatto con il denaro ti sta causando disagio? E venire a contatto con la ricchezza ed i ricchi? Cosa pensi del denaro?

Coltiva le tue emozioni ed osservale. Provi avidità, cupidigia, senso di scarsità, malessere? Sono emozioni basse ed improduttive. Emozioni superiori: abbondanza, prosperità, successo, eccellenza, gratitudine sono le emozioni da invocare, provocare e cercare.

Se io provoco in me una emozione superiore e la stabilizzo dentro di me non sto togliendo nulla a nessuno. Sentirti prospero, abbondante, ricercare l’eccellenza attraggono uno stato mentale e fisico differente. 

Ciò che conta è sempre il lavoro pratico che viene fatto su di sé. Attenzione alla lamentela, ai giudizi, a ciò che diciamo a noi stessi, alla qualità dei pensieri. Questo mondo interiore sta producendo uno stato di benessere o disagio e povertà.

Non cercare la commiserazione vittimistica, non assolverti perché la gran parte dell’umanità si sente povera e lo diventa. Non ti nascondere dietro la crisi economica. Sono soltanto pretesti che ti permettono di eludere il lavoro su te stesso.

Guardati in profondità dentro. E soltanto a chi ha sarà dato ed a chi non ha verrà tolto anche ciò che ha. Non leggere questa frase del Vangelo come un principio spietato ma è soltanto la sintesi di quello che ho scritto prima.

Cosa ne pensi?

 

 

 

 

 

 

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SEMPRE PIU’ POVERI?

Non vedo telegiornali se non occasionalmente e quando li osservo con attenzione capisco tutti gli intenti manipolatori che ci sono dietro e sorrido! Ritengo i media responsabili in buona parte della creazione di uno stato di coscienza collettivo arretrato e così schiavizzato. Il messaggio insistente dei media di questi tempi è.

ATTENZIONE TI STAI IMPOVERENDO, CI SONO TANTE PERSONE CHE NON CE LA FANNO.

Attenzione alle scelte che fai, devi lavorare sempre di più per stare a galla, lotta contro tutti, è colpa degli evasori.

Questi messaggi subdoli cosa generano nella coscienza diffusa? La sensazione di non farcela, la paura, il senso di insicurezza..Ci si sente sempre meno padroni delle proprie esistenze, incapaci di fare scelte responsabili ed in balia degli eventi. Una coscienza di questo tipo è evidente che è facilmente influenzabile e manipolabile.

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Oggi moltissime persone si lamentano del proprio stato finanziario: “non si campa più”, “come faccio a pagare le bollette?” “come posso tirare avanti con la famiglia ed i figli?”.

In questa situazione psicologica non si ha la libertà di poter scegliere e si subisce il proprio presente: lavoro, tenore di vita, aspirazioni. Non si ha più la forza ed il coraggio di sognare orizzonti più arditi di quelli che si hanno davanti tutti i giorni. La routine ti schiaccia verso il noto e tutto rimane uguale anzi peggiora!

La conseguenza peggiore è il senso di impoverimento. Si ragiona da poveri, si sceglie da poveri e si acquista da poveri. Si pensa di non potersi permettere molto anche a volte l’essenziale. Non soltanto si risparmia su quello che si ritiene futile ma anche sulla spesa quotidiana. Si cerca il risparmio a tutti i costi. Cosa significa in pratica? Che mi studio tutte le offerte comparando i negozi tra di loro e mi giro cinque centri commerciali e confronto anche i centesimi. Mi faccio 10 chilometri per risparmiare un euro e magari ne spendo 20 in benzina.

Il risparmio sta divenendo una professione vera e propria! Ci sono professionisti del risparmio..

UN DELIRIO TOTALE!

C’è la caccia al ribasso e più vado verso il prezzo basso e maggiormente mi nutro di schifezze e riempo la casa di Made in China. Ed ecco che il mercato italiano va a farsi benedire. Vivo nell’illusione che sono un furbo perché sono riuscito ad ottenere l’offerta migliore.

Forse non sai che in primo luogo tu stai investendo energie e tempo in qualcosa che non migliora affatto la tua esistenza anzi ti schiaccia verso il basso e ti impoverisce sempre di più. Mi sembra di risparmiare quando sto perdendo soldi senza accorgermi da qualche altra parte. Da un lato poi mi comporto in maniera così razionale e poi irrazionalmente faccio rate per acquistare qualcosa che in questo momento non è indispensabile nella mia vita. Mi nutro di robaccia piena di conservanti e poi rateizzo l’Ipad 4 o 5 quando non è indispensabile.

C’è quindi una incongruenza nel comportamento del consumatore medio che non porta nulla di buono.

Abbiamo preso la china dell’impoverimento.

Come uscire da questo circuito perverso?

Il denaro è energia e lo stato finanziario è una situazione interiore. Tu come ti senti? Ricco o povero? Come ti senti produce il tuo stato interiore. Passi tempo a pensare come risparmiare o investi il tuo tempo a creare lavoro, ricchezza e benessere per la tua vita? senti di poterti permettere qualsiasi cosa o che non arrivi a fine mese? Quanti contanti tieni nel tuo portafogli? Nutri avversione per il denaro o senso di gratitudine? Cosa ne pensi dei ricchi veri? Li ammiri o li detesti?

Queste sono le domande essenziali per cominciare a ripristinare un tuo stato interiore di prosperità.

Quando avrai maturato la certezza incrollabile e non dipendente da fattori esterni che puoi avere ciò che vuoi quando ti serve sarai nella prosperità ed avrai invertito questa tendenza alla povertà.

 

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