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Sogno o son sveglio?

Brano tratto da Sogno o son sveglio?, Luigi Miano, edizioni Sensoinverso 2013.

Il libro può essere ordinato in edizione cartacea a ordini@edizionisensoinverso.it oppure in versione e-book a soltanto 4,49 su qualsiasi store online (Ibs, Mondadori, Lafeltrinelli etc.).

Ecco cosa scrive del lavoro in maniera mirabile Salvatore Brizzi, grande esperto alchimista, in Officina Alchemica: “Il lavoro inteso come impiego di energie in funzione della sopravvivenza non esisterà più. Esso diverrà la naturale esteriorizzazione della qualità di un’anima in una attività quotidiana: un operare artistico in armonia con le proprie inclinazioni. Il Cuore ci indicherà di volta in volta le occupazioni creative cui consacrarci nei vari periodi della nostra esistenza, e comprenderemo che ogni occupazione è creativa se è creativo chi se ne occupa.”

Oggi milioni di persone sopportano lavori detestabili a cui rimangono appesi con un labile filo. Oggi si fa passare il lavoro per concessione di grazia da parte del datore di lavoro. Si va avanti a minacce. Se vuoi mantenere questo posto di lavoro devi adeguarti. O ti mangi questa minestra o ti butti dalla finestra. E qualcuno si butta dalla finestra sul serio…tragicamente. Il lavoro non è più elevazione dell’essere umano, realizzazione di tutti i talenti e le capacità, creatività in azione. Ma semplice sopportazione di una nausea che da il voltastomaco condita dalla paura.

Qualche giorno fa ho avuto la terribile notizia della morte di un collega in un incidente stradale. Ritornava a casa la sera alle otto mentre lo aspettavano la moglie e due figli. Quest’uomo giovane lavorava tutti i giorni fin alle otto di sera. Tutti i giorni dodici ore di lavoro dedicate alla segreteria di un pezzo grosso del Ministero. Lascia due figli piccoli ancora bisognosi di un padre. Forse era stanco ed aveva fretta di tornare dai figli ed allora spingi la manopola del gas della motocicletta. E non ti accorgi dei pericoli perché sei troppo preso dai pensieri o dalle preoccupazioni.

Oggi è ricordato con grande malinconia ed affetto. Domani sarà un  lontano ricordo seppellito perché comunque si deve andare avanti nella logica del lavoro sopra ogni cosa. The show must go on.

In  questi giorni si contano i danni del terribile terremoto che ha colpito una delle regioni più virtuose d’Italia: l’Emilia Romagna. In  particolare è stata colpita la zona di Modena, in cui c’è un’altissima concentrazione di attività produttive.

I media e non solo ci danno un unico messaggio: le attività produttive non si potranno fermare neanche con il terremoto. Gli imprenditori ed i lavoratori terrorizzati di perdere il lavoro recitano come un mantra una sola parola: RIPARTIRE, RIPARTIRE.

Si racconta che gli operai si sono messi in fila davanti ai capannoni danneggiati dal sisma pressando il padrone perché desiderosi di lavorare. Non ci si può fermare perché si stanno perdendo soldi ed opportunità. Ho sentito un servizio al telegiornale incentrato sullo stress delle mucche che non producono quantità di latte come qualche settimana prima dell’evento. Le mucche sono stressate?? Ed in tutto questo l’essere umano con le sue paure, emozioni, ansie e significati dove è finito? C’è soltanto un mucchio di capannoni che produce qualcosa, imprenditori ed operai? Dov’è l’uomo ed il suo cuore affranto?

Ed allora mi chiedo: possibile che nessuno ha compreso il messaggio contenuto in questo terremoto? Possibile che non ci si voglia di fermarsi a riflettere?

Siamo inseriti nel ciclo della produttività talmente a fondo che non c’è evento che tenga. Si ritiene più forte l’attività produttiva delle forze naturali. Il terremoto è un tragico e casuale evento che va superato molto velocemente. Non vale la pena ascoltarne la voce. Il terremoto fa sentire forte la voce della natura ed essa è la più alta via di saggezza.

La produttività a tutti i costi non ascolta più la voce autentica della Natura

Questa è la dimostrazione di quanto il lavoro abbia ormai superato l’essere umano e sia divenuto un corpo a sé stante. E come il mostro del Dott. Frankenstein è fuori dal controllo e scappa per le vie del paese e potrebbe compiere qualsiasi gesto.

Si è creata una macchina mostruosa che può giustificare qualsiasi evento anche il più tragico.

Il lavoro è autoreferenziale, serve semplicemente a mantenere in vita una routine insopportabile. Ci da l’illusione di essere autonomi e poterci finanziare e quindi ci schiavizza. Il lavoro inteso in maniera tradizionale è una schiavitù a cui ci si prostra inevitabilmente perché siamo indebitati e dobbiamo mantenere lo stesso tenore di vita di sempre. Non c’è scelta, non c’è nessuna parvenza di espressione autentica.

 

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DEL LAVORO E DELL’OZIO

Brano tratto da Sogno o son sveglio?, Luigi Miano, edizioni Sensoinverso 2013.

Il libro può essere ordinato in edizione cartacea a ordini@edizionisensoinverso.it oppure in versione e-book a soltanto 4,49 su qualsiasi store online (Ibs, Mondadori, Lafeltrinelli etc.).

sogno o son sveglio? Luigi Miano

Che cosa vuol dire successo per il modello capitalista e consumista che ci hanno propinato sino a oggi?

Successo dal latino successum: che viene dopo, conseguenza di un’azione. Questa idea persecutoria del successo che ci hanno inculcato fin da piccoli mi rende allergico.

Competizione e successo che passa attraverso la realizzazione di qualcosa di tangibile. Questa è l’idea di cui liberarsi e che risulta più difficile togliersi di dosso.

L’attaccamento alle dimostrazioni materiali di ciò che abbiamo realizzato, al potere, al denaro senza finalità etc. Tutto questo è perdente. Tutto questo è quello che ci ha portato al termine della civiltà che abbiamo conosciuto sino ad ora.

A tal proposito le parole profonde di Paul Ferrini in Io sono la Porta:

“ Se hai trovato il lavoro della tua vita, l’ostacolo maggiore alla sua realizzazione giace nel tuo tentativo di controllarlo. Non puoi far succedere il lavoro spirituale. Se ci provi fallirai”.

Sono allergico a tutti questi corsi americani che ci insegnano a come fare soldi, a come diventare imprenditori di successo. E’ la vecchia fallimentare logica che ci ha portato sino a questo momento storico terrificante ma anche incredibilmente affascinante. Successo finanziario, successo sul web e imprenditoriale.

La cultura americana? E’ la più fallimentare e tormentata dell’ultimo secolo.

Il successo insegnato da qualcuno come finalità a sé stante dimenticando i processi che sono dietro.

Basta!

Tutte le volte che penso che qualcosa mi sia dovuta io sono fuori dall’amore. Tutte le volte che credo di meritare di dover realizzare la fama o il successo mi sto allontanando dalla missione. L’essenza della felicità e dell’autorealizzazione consiste nel compiere ciò che si ama a prescindere.

Io non mi muovo per ottenere riconoscimento o fama o denaro. Io mi adopero per passione, per il rispetto dei miei valori e perché ho una missione che si evolve.

Nel momento in cui ho recuperato tutto il tempo del mondo, sono già una persona che ha vinto. Ho vinto sul sistema, sulla cultura (sottocultura), sulle convinzioni collettive, sui pregiudizi. Un padre che se ne va a spasso il primo pomeriggio o la mattina con il passeggino e il suo cucciolo ultimo nato dentro lascia sgomenti? Lascia sgomenti chi è stato schiacciato da un sistema di schiavitù moderna che rende totalmente infelici e incapaci di dirigere la propria vita. Io ho vinto le resistenze a mostrarmi per quello che non faccio e non sono. Non m’interessa quello che possa pensare di me chi è schiavizzato e non ha la forza di uscirne. La schiavitù è mentale la libertà è spirituale.

Qualche giorno fa parlavo con la mia ex editrice, Cristina, che molto amorevolmente mi spiegava come funziona la logica del mercato editoriale. Finché sei uno sconosciuto e pubblichi con case editrici minori, non compari in libreria. Non solo non compari in libreria ma c’è la seria possibilità che il tuo libro non sia mai ordinato.

La logica perversa è se io divengo famoso e vendo qualche migliaia di copie allora le librerie mi prenderanno in considerazione. Altrimenti il mio libro lo pubblicizzerò io attraverso altri canali.

HO SUCCESSO ERGO ESISTO.

Questa logica mi sembra pervada buona parte della società.

Se io faccio corsi affollati, sono preso in considerazione come formatore altrimenti cado nell’oblio. Se faccio coaching con personaggi influenti, mi ritroverò con l’agenda piena.

Discutevo su un forum di politica e un interlocutore mi spiegava che oggi conviene stare con il Movimento 5 stelle che è in  auge. Io che scelgo un partito “giusto” (che io sento giusto) che oggi non ha alcuna visibilità sto sbagliando perché non ho chance. Poi lo stesso interlocutore mi spiegava che in un secondo momento quando il partito che io scelgo, avrà successo potrebbe anche cambiare idea e saltare sul carro.

Questo è insano opportunismo che regola la società odierna e tende verso una “idio-crazia” (un governo degli idioti).

Hai presente quella pubblicità che recita ti piace vincere facile?

Il meccanismo è questo, non si aiuta chi ha talento e desiderio di portare messaggi importanti ma chi ha già visibilità e successo. Su quest’ultimo carro sono tutti pronti a saltare su, su quello dell’emergente no. Si sta al guado ad aspettare che le cose vadano bene.

Questa è la logica consumistica, del successo, del risultato. Tutto è finalizzato alla quantità. Si scende verso la mediocrità assoluta e non si tende verso l’eccellenza.

Se io scrivo un libro come autore emergente e mi rivolgo alle grandi case editrici, queste adottano due tipi di comportamenti.

Non rispondono oppure chiedono una sinossi (una scheda sintetica) del testo. Oggi le grandi case editrici non leggono più libri di nuovi autori. Tutto questo mi rende pazzo. Come si fa a comprendere un’opera senza leggerla? Il risultato qual è? Che pubblicano libri con le case editrici big sempre i soliti nomi.

Le grandi case editrici non leggono le opere, fanno valutazioni di mercato. Se hai buone possibilità di arricchire l’editore ce la farai, sarai pubblicato altrimenti sei fuori. E’ per questo che poi ci troviamo tra le mani opere editoriali da dimenticare che se riesci a superare lo scoglio delle prime dieci pagine è tanto.

Ecco il declino culturale come si sostanzia.

Il bene più prezioso della nostra epoca è la disponibilità di tempo da impiegare nel migliore dei modi per se stessi. Intendo quindi non di certo a mangiare patatine e bere birra davanti alla televisione.

Oggi se sei libero nel tempo e non lavori fino alle 9 di sera, sei guardato male. La gente giudica in maniera rigorosa queste scelte di vita. Io sono, secondo loro, strano, dalla parte del torto, un’anomalia che non si riesce a collocare. Coloro che non hanno tempo e desiderio di stare con i figli e dedicano scampoli di esistenze sono nel giusto. Si stanno sacrificando per la famiglia! Questa è la giustificazione moralmente accettabile. Più di una persona mi ha detto che mi ha visto correre anche la mattina. L’intento era inquisitorio e provocatorio: cosa cavolo fai nella vita per poterti permettere di correre la mattina?  Sarà un disoccupato, uno sfaccendato? Capisco i pregiudizi ma le cose stanno cambiando radicalmente. Probabilmente pochi se ne sono accorti ma le nostre vite si stanno avviando velocemente verso due strade ben delineate: disfacimento o libertà. Non esisterà più una vita a metà strada disfatta ma libera. Libera di una finta libertà che è schiavismo camuffato dietro un’elemosina elargita come se fosse uno dei regali più importanti che c’è concesso. E quegli scampoli di piacere che rendono il percorso sopportabile, soltanto miseramente sopportabile. E’ questo tutto ciò a cui possiamo e vogliamo aspirare? Una vita miseramente sopportabile?

Ho a disposizione due mattine completamente dedicate a ciò che amo: scrivere, pensare, creare conferenze e corsi, elaborare programmi audio, oziare.

Continua su sogno o son sveglio?

 http://www.edizionisensoinverso.it/catalogo_oroargento_sogno_o_son_sveglio.htm

 

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LAVORO, LAVORO, LAVORO!!!

Ho scritto un intero capitolo del mio ultimo libro Sogno o son sveglio? http://www.ibs.it/code/9788867930203/miano-luigi/sogno-son-sveglio?.html al lavoro ed al senso dell’oziare. Il capitolo è irriverente, provocatorio e va molto oltre il senso comune.

Per chi non se ne fosse accorto il lavoro ed il significato del lavoro sta profondamente mutando. Oggi i fortissimi attriti e sconvolgimenti ci mettono di fronte a delle scelte evolutive incredibili.

lavoro

La precarietà, l’insoddisfazione cronica, l’estinzione di alcuni lavori, la chiusura di moltissime aziende impostate su parametri antichi. In alcuni casi (gli stage per esempio) ci mettono di fronte alla possibilità di lavorare gratuitamente. Credo che ce ne sia abbastanza per rivisitare moltissimi luoghi comuni sul lavoro. Cambia anche il senso spazio temporale del lavoro con le nuove tecnologie. 

Cosa sembrano indicare tutte queste strade? In primo luogo che dovremmo staccarci dall’idea di lavoro vecchia e cercare di comprendere cosa ci attende con serenità. Ma io non trovo questa serenità perché se parlo del fatto che non ci saranno stipendi e pensioni creo ostilità, ribellione ed astio. se dico o scrivo che il lavoro non può più consistere in una sopportazione nauseante fino ad arrivare alla pensione. O all’anestesia tramite varie droghe ( non soltanto le classiche droghe).

Il lavoro non è scambio di merci o almeno non lo sarà più. esso sarà una libera espressione di amore dell’individuo in cui egli metterà tutto sé stesso esprimendo talenti e passioni. Esso sarà staccato finalmente dall’idea che ci si debba necessariamente guadagnare. Non sarà più come oggi: prima penso al guadagno a poi alla qualità di ciò che faccio. Qualche giorno fa una mia cliente mi raccontava di aver rinunciato al lavoro dei suoi sogni perché diverse persone le avevano fatto notare che non le avrebbe portato clienti e guadagno. Le ho fatto ripensare la sua scelta mettendo al centro la sua passione, la sua idea di lavoro e la missione personale.

Il lavoro non sarà timbrare cartellini, stare tutta una giornata in un ufficio o in fabbrica scontando quelle 8 ore di galera al giorno per tutta la vita aspettando una pensione che sembra non arrivare mai. Attendendo sempre qualcosa: le ferie, i week end, la pensione. Senza vivere al massimo ciò che sto facendo. Questa realtà schizofrenica sta per essere abbandonata.

Anche i periodi di riposo forzato saranno assolutamente funzionali per costringerci a  stare con noi stessi in meditazione, riflessione, contemplazione. Ci aiuteranno a cercare strade differenti, ad esprimere qualcosa di più profondo rispetto al passato.

Il lavoro manuale sarà sostituito dalle macchine e l’uomo si occuperà di produrre idee, progettazioni artistiche e bellezza. In qualche modo saremo tutti artisti e poeti e creatori del bello. le nostre anime vibreranno al solo pensiero di poter lavorare in questo modo.

Ci sarà l libera espressione della nostra autenticità senza costrizioni ed afflizioni. E finalmente sarà possibile recuperare una idea di lavoro come amore in azione.

Cosa ne pensi?

 

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IL LAVORO COME AMORE

Credo che oggi ci sia una grande emergenza del lavoro. Oggi ci sono persone che non riescono ad entrare nel mondo del lavoro(giovanissimi), ci sono persone che hanno perso il lavoro e non riescono a rientrarvi. Ci sono persone che si licenziano per la disperazione di dover accettare condizioni lavorative che vanno contro sè stesse. Ci sono persone che sopportano di lavorare senza alcun amore anzi direi con avversione.

Il lavoro è parte integrante della vita di un essere umano.

Non è un dovere e basta è qualcosa che può elevare la persona. Il lavoro sopportato o abbandonato o rifiutato oppure non trovato crea un danno alla persona ed alla collettività.

 

 

Quante persone incontro oggi che si percepisce che detestano la loro attività ed allora il servizio che offrono è scadente, non apprezzabile. A cascata tutto ciò ha delle ripercussioni sull’andamento della società e dell’economia.

Voglio riportare alcune frasi di Gibran dal profeta a proposito del lavoro: “…quando lavorate con amore v’impegnate verso voi stessi, verso gli altri e verso Dio. E cos’è lavorare con amore? E’ tessere la tela con fibre tratte dal cuore, come se il vostro amato dovesse poi indossarla. E’ costruire una casa con affetto, come se il vostro amato dovesse poi abitarci….”

Che bella questa descrizione del lavoro, credo che aiuti a riconciliarci..LAVORARE CON AMORE SIGNIFICA PENSARE AL DESTINATARIO DEL NOSTRO LAVORO ED AL SUO BENEFICIO, come se fosse la persona a noi più cara.

Ho provato sulla mia pelle cosa significa quello che racconta Gibran. Due lavori, da un lato quello che detestavo e dalll’altro quello che amavo con tutto il mio essere. Il lavoro che detestavo che produceva soltanto errori, superficialità e disprezzo. Non apportando alcun beneficio agli altri anzi direi più che altro danni. Dall’altro il lavoro eseguito con passione, con amore, con il cuore pensando a quanto stessi facendo del bene  chi ne beneficiava. C’è un abisso tra queste due posizioni..

Quando lavori per amore e con amore sei appagato, senti una sintonia con  gli altri, ti senti in pace. Quando lavori disprezzando sei stanco, sfiduciato, non ti senti a posto.

Gibran è molto duro su questo punto: ” Il lavoro è amore reso visibile. E se non sapete lavorare con amore ma solo con avversione, è meglio per voi che mettiate da parte il lavoro e vi sediate alla porta del tempio, prendendo l’elemosina da chi lavora con gioia”.

La soluzione di Gibran è simbolica e provocatoria. Io voglio darti delle soluzioni pratiche.

1) la prima possibilità è che se tu hai un lavoro che detesti cominci ad afrontarlo con spirito differente. Mettici amore, pensa ai destinatari del tuo lavoro. Metti amore in quelo che fai.

2)la seconda è possibilità è cercare ciò che veramente ami. Il lavoro che ti renderebbe felice ed un cui sai che sicuarmente potresti mettere tutto te stesso. Ed applicarti per renderlo il tuo unico lavoro.

3)Se tu hai perso il lavoro oppure lo stai cercando per la prima volta approfittane per non fermarti al primo lavoro che trovi. Cerca quello che ami, cerca quello che ami.

4)Quando non sai cosa fare siediti alle porte del tempio e rifletti, senti il tuo cuore.

Dammi tue notizie e rendimi partecipe

Con il cuore

Luigi

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LA RICERCA DELLA FELICITA’

http://luigimiano.com/blog/audiolibro/

 

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